TERRE DI ANDATA
Scrittore plurale (arbëresh calabrese italiano tedesco-germanese trentino), Abate manifesta in questi testi le tappe di un concretissimo viaggio su e giù per l’Europa e di un viaggio della mente e del cuore dentro una non meno tangibile e quotidiana esperienza multiculturale. È un procedere sostenuto, trascinante col suo ritmo da treno in corsa, lungo gli anni e i luoghi di una storia di emigrazione da cui nasce una poesia di appartenenze-distanze, di nostalgie cercate e respinte, di incontri-scontri. Aggirato il monolite identitario, evitati il cosmopolitismo di maniera e la facile sublimazione del meticciato, la parola va a esplorare la faglia dove risiede la problematicità del vissuto migrante. La parola, per i sentieri salvifici che ogni poesia tenta, trova esito in potenti figurazioni simboliche e, spesso armata di ironia e autoironia, si distende in vere e proprie narrazioni (il diario, l’aneddoto, la favola, la lettera, il racconto surreale). Da qui anche una fisionomia stilistica frontaliera, apertamente formalizzata in quelle che l’autore chiama «proesie», ma camuffata con mutue contaminazioni di prosa e poesia, in gradazioni varie. Così la parola, frequentando irriducibili complessità, anch’essa mai stabile, finisce per giocare con la differenza delle lingue, diviene parola rapportata, smontata, sfigurata, ri-significata. Eppure la pronuncia soggettiva attraversa qui un’altra grande frontiera, parte dall’io per arrivare a un noi che parla a ogni uomo, perché, aldilà di reali vite sradicate, la vita di tutti noi si gioca fra i poli dell’errare e del dimorare. Abate sa restituire tutta la dimensione di questa condizione dell’esistere e, infine, dà una patria all’anima nomade: l’amore per una donna cui è dedicata l’ultima sezione della raccolta; l’estremo, aperto confine delle «terre d’andata». |
Recensioni e segnalazioni |
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Terre di andata | di Giuseppe Lupo | Poesia, marzo 2012 |
Scritture parallele | di Gianluca Bocchinfuso | Il Segnale, dicembre 2011 |
Come se non fossimo immigrati | di Roberto Carnero | Il Sole 24 ore, 13 novembre 2011 |
Terre di andata – metafora della vita | di Giuseppina Rando | Literary, 11/2011 |
Nessuna divisione, vivo per addizione | di Maiassunta Veneziano | Calabriaora, 7 novembre 2011 |
Terre di andata | di Guido Caserza | Il Mattino, 3 luglio 2011 |
La patria e le radici di una «emigrazione all’italiana» in Abate | di Pierangela Rossi | Avvenire, 25 giugno 2011 |
Viaggio d'immagini tra paesi e sentimenti | di Silvano Trevisani | Corriere del giorno, 17 giugno 2011 |
Terre di andata | di Raffaele Taddeo | El Ghibli, giugno 2011 |
Terre di andata | di Marino Magliani | La poesia e lo spirito 17 giugno 2011 |
Il linguaggio dei versi per il diario personale? | di Angela De Lorenzo | Il Crotonese, 11 giugno 2011 |
Andata senza ritorno? | di Francesco Fusca | Diritto di cronaca, 4 giugno 2011 |
Contro le etichette | di Stefano Zangrando | Trentino (mensile), maggio 2011 |
Nelle ardite "proesie" di Carmine Abate l'anima nomade cerca (e trova) le sue terre | di Filippo Veltri | Gazzetta del sud, 19 maggio 2011 |
La Calabria al Salone del Libro | Il Domani, 16 maggio 2011 | |
Pensieri sul dolore dell’essere stranieri | di Giuseppe Colangelo | l'Adige, 9 maggio 2011 |
Quelle «proesie» di Carmine Abate | di Francesco Sorgiovanni | Il Quotidiano della Calabria, 20 aprile 2011 |
In viaggio | di Claudia Gelmi | Corriere del Trentino, 19 aprile 2011 |
Libri: Abate tra poesie e «proesie» | di Maria Viveros | Trentino, 19 aprile 2011 |