Trentino, 7 marzo 2010


Abate, racconti interiori in cerca d identità

di Alberto Faustini

Una storia di storie. Una somma di parole. Uno scaffale di ricordi prestati alla letteratura. Brandelli di vita che si fanno inchiostro e danno forma a pagine diverse dal solito eppure in qualche modo capaci di farsi “riassunto” delle puntate precedenti: ecco cosa promette ai suoi ormai tanti lettori l’ultimo libro di Carmine Abate, lo scrittore che molte delle vite di cui narra le ha vissute davvero: arbëresche (ovvero italo-albanese) di Carfizzi, Calabria profonda, emigrato in Germania e da anni approdato in Trentino, dietro una cattedra dalla quale - come direbbe quel Lucio Battisti che è uno dei protagonisti del suo recente “Gli anni veloci” - «a volte impara e a volte insegna». E’ ormai questione di due giorni: il libro esce il 9 marzo. Con una curiosità: questa volta entra direttamente nella Piccola Biblioteca degli Oscar Mondadori. E’ già un libro che resta, insomma. E salta gli scalini che solitamente portano all’Oscar (inteso come edizione, anche se l’ulteriore balzo dal libro al film sembra più che possibile). Insolito il titolo: “Vivere per addizione e altri viaggi”. Ma chiaro l’intento: sommare le storie, mettere insieme i percorsi, le traiettorie che legano generazioni e sogni, luoghi e culture, esperienze e viaggi. Già, i viaggi: sono quelli di andata, ma anche quelli di ritorno. E, ancora: sono viaggi dell’anima e nell’anima. L’emigrazione è uno sfondo, un rumore. S’avverte. Ma non sovrasta le parole. Non lo fa mai, nei libri di Abate: Carmine affabula, prende per mano, in una rapsodia che nei racconti si ritrova puntualmente, fra colori, sensazioni e sapori, con un’intensità che sta a cavallo fra il diario e il romanzo. L’emigrazione di Abate è esperienza anche dolorosa, ma senza ricerca della lacrima facile: anche quando parla di strappi, di ferite, l’autore evidenzia soprattutto la ricchezza, l’esperienza, il bagaglio che si riempie di cultura, di confronti. La crescita non passa più per una valigia di cartone, ma per il magazzino della vita (per usare un’espressione cara ad un’altra autrice trentina: Isabella Bossi Fedrigotti). Un po’ biografia, un po’ romanzo di formazione, con un profondo senso civico, un po’ raccolta di racconti (18, per la precisione), Vivere per addizione è la storia di un eroe senza medaglie, alla ricerca dell’identità. Per trovarla, il protagonista - che come il nonno e il padre deve lasciare la sua terra - incontra anche i nuovi migranti, in una sorta di rovesciamento, passando dunque dagli incontri con il passato e con il presente agli incontri che in questo tempo difficile si possono fare in una Calabria che ha trasformato gli asili vuoti in Centri di accoglienza. (a.f.)

 

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