L'Unità
25 febbraio 2008
Ristampe.Torna negli Oscar il
romanzo di Abate
SULLA MOTO INSIEME A SCANDERBEG
di Roberto Carnero
Non una semplice ristampa, ma una vera nuova edizione, riveduta e
riscritta, e soprattutto, finalmente, la degna collocazione di quello che
rimane – a nostro parere – il libro più bello di Carmine Abate, La moto di
Scanderbeg. L’uscita negli “Oscar” segnala la ‘classicità’ di questo testo
all’interno della produzione del nostro più importante ‘scrittore della
migrazione’. Nato nel 1954 a Carfizzi, un paesino di origine albanese in
provincia di Crotone, figlio di emigranti, Carmine Abate ha vissuto tra il
paese natio, la Germania e il Trentino.
Il titolo del libro presenta il nome del leggendario Scanderbeg, il patriota
albanese del ’400, eroico difensore dell’indipendenza della sua terra dal
dominio turco. Ma Scanderbeg è anche il soprannome del padre del
protagonista del romanzo, Giovanni Alessi, così chiamato per il suo ruolo di
leadership durante le occupazioni delle terre da parte dei braccianti in
attesa della riforma agraria dopo il secondo conflitto mondiale. La vita del
padre di Giovanni è riletta tenendo in filigrana la figura dell’eroe
quattrocentesco, di cui vengono rievocate le gesta. E il padre, conosciuto
solo per poco, è un punto di riferimento costante per Giovanni, che, sulla
scorta dei racconti della madre, degli amici e dei parenti, ne ricostruisce
a poco a poco, con il passare degli anni, la forte fisionomia morale, come
quella di un modello a cui chiedere conforto ed ispirarsi nei momenti
difficili.
L’originalità di questo romanzo risiede innanzitutto nella dimensione corale
della narrazione: la voce che parla di sé in prima persona, quella di
Giovanni, è solo una delle tante che si intersecano e si accavallano nel
riprodurre i punti di vista della comunità. Parallela a questa complessità
di sguardi e di voci, corre un’altrettanto complessa organizzazione del
tempo narrativo: la gioventù del padre di Giovanni, l’infanzia di Giovanni
nel paesino di Hora, gli anni universitari a Bari, i periodi tedeschi, le
varie fasi del rapporto di Giovanni con l’amata Claudia.
Tutto ciò produce sul lettore la suggestiva impressione di entrare
progressivamente sempre più a fondo nell’edificio romanzesco e nel suo
mondo, non dalla porta principale, in maniera diretta e frontale, bensì da
tante piccole porte di servizio, di lato, anzi all’inizio quasi
affacciandosi soltanto da alcune finestre. Man mano che la narrazione
procede, sembra di familiarizzarsi a poco a poco con i personaggi e il loro
universo. Sentendoli alla fine vicini a noi.
Roberto Carnero
Carmine Abate, La moto di Scanderbeg, “Oscar” Mondadori, pp. 200, euro
8,80
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