Il
muro di muri - raccolta di racconti
Esula dagli obiettivi del
supplemento analizzare dettagliatamente ciascun racconto della raccolta "Il
muro dei muri". Gli aspetti della migrazione, della difficoltà di
inserimento in un'altra comunità, della ostilità con cui il migrato viene
accolto, di veri e propri atti di razzismo che subisce, sono diffusi e
trattati in maniera ampia e toccante.
Ho ritenuto più significativo isolare uno di essi perché caratteristico
della modalità di organizzazione del modo di narrare di Carmine Abate.
Un tema particolare presente in quasi tutte le opere di
Carmine Abate è il ritorno. Tematica presente ne "Il ballo tondo", nel
romanzo "Tra due rive" in "La festa del ritorno". Il tema del ritorno è
anche presente in parecchie novelle di questa raccolta. Solo nel primo
romanzo, "La moto di Scanderbeg ", questo tema pare non esserci.
Lo schema funzionale, in questi romanzi, sembra essere il seguente:
l'allontanamento (emigrazione) diventa per se stesso una infrazione che
comporta disequilibrio all'interno della famiglia e della comunità. Il
ritorno assume la caratteristica della riparazione e del ripristino
dell'equilibrio rotto. Sembrerebbe, con molta semplificazione,
schematizzabile in questo modo: A--D--R--E. Dove A sta per allontanamento; D
indica il disequilibrio familiare o della comunità; R è il ritorno; E è
l'equilibrio riportato.
E' lo schema funzionale tipico in Carmine Abate.
Il nuovo equilibrio non riporta alla situazione iniziale, ma dialetticamente
si produce qualcosa di nuovo, di diverso, pur se inserito nell'ambito di
valori accettati dalla comunità.
Ad una analisi attenta il ritorno ne La moto di Scanderbeg è assente perchè
manca la funzione D, cioè il disequilibrio. In questo caso l'allontanamento
non è una infrazione, ma assume la caratteristica di un momento di
formazione.
Si potrebbe obiettare che in Tra due mari manca la funzione di
allontanamento, e anche quella del ritorno è per lo meno dubbia. Ad una
lettura attenta l'allontanamento non avviene da parte del protagonista ma
della figlia e la funzione riparatrice viene svolta da suo figlio.
All'interno della raccolta Il muro dei muri vi è un racconto La Pallottola
ove assume particolare rilievo il tentativo di rottura dello schema
funzionale senza che possa essere condotto a termine. E' evidente che
l'autore assegna a fatti mentali e riflessioni psicologiche la decisione del
protagonista di invertire la marcia in vista del proprio paese rinunciando
ad un sicuro posto di lavoro. In effetti è però la struttura del racconto,
al di là di ogni altro elemento, a determinarne l'impossibilità del ritorno.
Voglio dire che Abate avrebbe tradito lo schema funzionale, che potrebbe
essere iscritto nella sua dimensione ideologica, se la storia avesse avuto
un epilogo diverso. Non sarebbe stata neppure una storia letterariamente
riuscita.
Andiamo però con ordine e vediamo di analizzarla più dettagliatamente.
Il padre di Giuseppe aveva partecipato con altri giovani disoccupati del
paese ad uno sciopero "con lavoro" contribuendo alla costruzione di una
strada. Ferito accidentalmente ad un ginocchio da un carabiniere che assieme
ad altri tentava di impedire l'attuazione della protesta aveva ottenuto, a
mo' di risarcimento, un posto da impiegato al comune. Sposatosi aveva avuto
figli che aveva fatto studiare, fra cui Giuseppe, temperamento
disobbediente, svogliato e scioperato. Si era fatto bocciare due volte in
prima superiore e si avviava così anche per il secondo anno. Raggiunta la
maggiore età aveva deciso di recarsi all'estero, in Germania, così come
facevano tanti altri suoi coetanei. Nel paese tedesco, dopo alcuni anni di
solitudine, Giuseppe aveva conosciuto Lisa, figlia di genitori calabresi che
era riuscita ad emanciparsi andando a vivere da sola. Lisa e Giuseppe
convivevano da qualche anno, pur fra litigi e dissapori. Il padre di
Giuseppe da qualche tempo stava tempestando di telefonate il figlio perchè
ritornasse al paese e partecipasse ad un concorso per un posto di impiegato
al comune. Ne aveva diritto perchè era suo figlio. Giuseppe, non del tutto
convinto, aveva deciso di ritornare e sostenere l'esame. Sia Lisa che i suoi
genitori avevano sostenuto che per lui, quel posto, sarebbe stato una
fortuna.
Giuseppe parte verso la Calabria ma, all'ingresso del paese, inverte la
marcia della macchina e ritorna indietro.
Il racconto si sviluppa in gran parte sull'analisi delle caratteristiche
psicologiche di Giuseppe, del suo temperamento, del suo carattere ribelle e
contemporaneamente indeciso e insicuro.
Fin dalle prime battute viene costruito un personaggio insofferente e
incapace di un comportamento normale: da piccolo faceva esattamente il
contrario di quanto gli si diceva e non era riuscito a portare a termine gli
studi.
Molto insistente, sul piano sequenziale, è poi la descrizione del viaggio di
ritorno e dei pensieri che si affacciano. Occupa più della metà dell'intero
racconto. E' evidente che l'autore ha voluto incentrare su questi pensieri,
sui sentimenti emotivamente connessi al viaggio di ritorno la decisione
dell'inversione di marcia.
E' invece la struttura funzionale della narrazione che porta a questa
soluzione.
L'allontanamento di Giuseppe dal suo paese in questo caso non riesce ad
assumere la caratteristica dell'infrazione. Giuseppe, col suo temperamento,
con la sua ribellione, infrange i valori familiari e comunitari. E' una
specie di "malpelo". L'allontanamento diventa una modalità di espiazione, è
una garanzia per la stessa comunità, perché non venga intaccata dai suoi
valori.
Ma viene meno anche la seconda funzione dello schema individuato e proposto
all'inizio. Nella comunità, nella famiglia, non avviene nessun
disequilibrio, anzi la struttura famigliare e il successo dei suoi
componenti si consolidano.
Manca quindi la funzione che possa sostenere quella della necessità del
ritorno ai fini del riequilibrio.
Il ritorno non può esserci sul piano logico funzionale.
L'allontanamento di Giuseppe dal paese si iscrive in un processo di
formazione del protagonista che il ritorno interromperebbe.
L'esito finale del racconto, da Abate intenzionalmente attribuito alla
caratteristica psicologica di Giuseppe, alle sue riflessioni, ai
ripensamenti, all'amore per Lisa, alla paura di perderla definitivamente,
non dipende da questi elementi, letterariamente importanti, ma non
logicamente definitivi e costringenti. Esso è dato, invece, dalla sua
struttura funzionale, che non permetteva altra soluzione. (da
http://www.el-ghibli.provincia.bologna.it)