La Sicilia, 04.02.2006 ĢIl mosaico del tempo grandeģ: torna il tema dell'emigrazione Probabilmente č il romanzo della sua maturitā: ne Il
mosaico del tempo grande (Mondadori, pp. 238, euro 16,50), Carmine Abate dā
sfoggio di una completa padronanza delle tecniche narrative mentre torna a
pennellare l'epopea della comunitā italo-albanese di Hora che č al centro del
suo lungo affresco narrativo, sin dai tempi dell'esordiale Il ballo tondo, nel
1991. In quindici anni di scrittura Abate ha avuto agio di perfezionare il suo
amore per la pura narrazione e per i personaggi a tutto tondo, vividamente
mediterranei, che animano la trama di questa lunga epopea dell'emigrazione e che
in questo nuovo romanzo si modula secondo la tecnica narrativa del mosaico. Il
titolo del romanzo č infatti giā una chiave di lettura strutturale: indica il
mosaico a cui lavora Gojāri, ma indica anche la tecnica compositiva del romanzo,
una tecnica musiva di mise en abyme per l'appunto, con le singole storie che si
incastonano una nell'altra, animando un quadro narrativo molto complesso ma
dominato con estrema sapienza. I due livelli si intersecano: Gojāri, che č il
"raccontatore" della storia, compone il suo mosaico dalle cui tessere prendono
vita i personaggi dell'intreccio romanzesco. Personaggi che sono i protagonisti
dell'epopea di Hora, la piccola comunita arbëresche della Calabria: Laura Damis
e il piccolo Zef, suo padre Antonio, invaghitosi e poi sposo di Drita, una
ballerina di Tirana, da cui si snoda, a ritroso, il racconto della genealogia
dei Damis, fino al papās Dhimitri e ai gloriosi antenati, su su fino a
Scanderbeg e al suo pugnale. |