Corriere dell'Alto Adige, 05.03.2006
Il mosaico del tempo grande
Carmine Abate al Circolo Cittadino
di Arturo Zilli
Un appuntamento con la grande narrativa italiana
contemporanea. Domani sera, alle 21, al “Circolo Cittadino” si terrą un incontro
con lo scrittore Carmine Abate che, su invito della biblioteca “Claudia Augusta”
e dell’associazione albanese “Arberia”, verrą a Bolzano a presentare il suo
ultimo romanzo, uscito lo scorso mese per Mondadori, “Il Mosaico del tempo
grande”. Carmine Abate, che negli ultimi anni si č consolidato come uno degli
autori italiani pił interessanti, sarą introdotto da Giovanni Accardo.
Definito all’inizio come “autore di frontiera”, Abate č uno scrittore
affascinante per due ordini di motivi. In primo luogo per il grande lavoro sulla
lingua dei suoi romanzi. Abate riesce a mescolare arbėresh (cioč la lingua delle
enclaves linguistiche albanesi nel meridione d’Italia) con il calabrese e
l’italiano, dosando con misura i primi due elementi e trasformandoli in due
elementi essenziali per rivitalizzare le leggende e le atmosfere epiche legate
alla storia del popolo arbėresh, che costituiscono lo sfondo su cui si stagliano
le storie dei suoi libri. E’ proprio lo sfruttamento a fini narrativi di
riferimenti culturali tratti dal patrimonio culturale arbėresh che rappresenta
il secondo elemento che avvince il lettore e contribuisce alla creazione di
un’atmosfera sospesa tra il presente dell’emigrazione e dei problemi del
meridione ed il tempo degli antenati che, dalla natģa Albania di Scanderberg, si
rifugiarono in Calabria e che ha spinto alcuni critici, a torto o a ragione, ad
avvicinare la sua scrittura al “realismo magico” di Marquez.
“Il Mosaico del tempo grande” č, anzitutto, un bellissimo libro, che si legge
tutto d’un fiato. Il titolo esprime molto bene la struttura ad incastro delle
storie sviluppate nell’opera di Abate.
Un po’ romanzo di formazione, arricchito delle tinte del romanzo storico e del
giallo, l’ultimo libro di Abate č in realtą una grande composizione di storie
tramandate da generazioni che, orchestrate attorno all’innamoramento di Michele
per la bella Laura e alla fuga misteriosa del padre di lei dal paesino arbėresh
di Hora, vanno a comporre, parallelamente alla costruzione del mosaico nella
bottega dell’albanese Gojari ed alle vicende del microcosmo di Hora, il “mosaico
del tempo grande” della diaspora albanese,attraversando cinquecento e pił anni
di storia di un popolo.
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