Italia Oggi
2 Marzo 2002 

Tra due mari

di Guido Conti


Tra due mari di Carmine Abate è sicuramente uno dei romanzi più attesi della stagione. Conteso da più case editrici, la storia di Giorgio Bellusci e di suo nipote Florian, non tradisce le aspettative e si inserisce perfettamente nella linea che via via, romanzo dopo romanzo, Abate ha tracciato sulla sua ispirazione e la sua tematica.
Dopo aver esordito con Il muro dei muri in Germania nel 1984 e in Italia nel 1993, e giunto al successo con Il ballo tondo e La moto di Scandenberg, entrambi pubblicati da Fazi nel 1991 e nel 1999, la storia di Bellusci si gioca ancora tra la Calabria e la Germania. Florian prima bambino e poi adolescente, conosce man mano che il romanzo avanza la storia di Giorgio Bellusci, suo nonno, e di tutta la famiglia del ramo di madre. Giorgio Bellusci ha un sogno, ha quello di ristrutturare il fondaco del Fico, un antico e quanto mai diroccato albergo e luogo di sosta di viaggiatori, famoso per esserci stato anche Dumas e il pittore Jadin che avevano ritratto i suoi avi in un quaderno di viaggio dimenticato nella locanda e rimasto come oggetto di culto che si tramanda di padre in figlio. Dopo esserci stato bambino, Florian torna con la madre e il fratello più piccolo in casa della nonna, proprio il natale della scarcerazione di Giorgio Bellusci, colpevole di aver impiccato con un ferro uncinato un uomo della 'ndrangheta che chiedeva il pizzo per la sua macelleria. Ma Bellusci non si piega alle violenze e decide di farsi vendetta da solo, dopo aver subito l'uccisione di capi di bestiame e di ulivi e viti tagliate.
La storia di Florian in verità è un romanzo di formazione sulla presa di coscienza di avere due anime, un "sangue misto" calabro-tedesco, con un altro nonno, padre del padre, Hans Heumann, grande fotografo. La figura virile, maschia, giusta fino al sangue, è la tematica dominante dei libri di Abate, come già in Scandenbeg; a cui si mescola il dissidio di avere due anime e due culture, una calabrese e una tedesca.
E' impossibile riassumere il susseguirsi di alterne vicende, dosate con sapienza narrativa, di questo che è il libro più maturo di Abate, anche dal punto di vista stilistico (non compare mai nel romanzo la parola 'ndrangheta). E' una lingua ricca; dalla pagina nascono gli odori, i sapori, l'afa della Calabria nelle pagine più belle non solo della rievocazione storica ma anche dell'amore di Florian per Martina. Il nonno strapperà con forza la promessa del nipote di riordinare il Fondaco anche dopo la sua morte, ma il resto della storia la lasciamo alla gioia del lettore.