Destini
incrociati "Tra due mari" I destini di due giovani, un tedesco e un calabrese, negli anni del secondo dopoguerra, si incrociano lungo una strada al confine tra la Puglia e la Calabria. Il primo, Hans Heumann, fotografo di professione va a caccia di immagini del profondo Sud, sulle orme degli antichi viaggiatori europei che l'hanno preceduto e l'altro, Giorgio Bellusci, che andava a piedi da giorni e desiderava raggiungere a Bari la donna amata, ha l'aspetto di un ribelle che si getta nel vortice della vita, lasciandosi guidare solo dall'istinto. Il calabrese Bellusci ha in sé qualcosa di magnetico e di selvaggio, è bello come i guerrieri dei popoli antichi e si muove come gli animali nella foresta. Insieme, il tedesco e il calabrese, dopo l'incontro casuale, percorrono la Calabria in lungo e in largo e il giovane reporter fotografa e impara a conoscere una terra misteriosa e piena di fascino, che ha l'ambizione di voler raccontare soltanto con le immagini. Egli desidera catturare, con l'obiettivo della sua macchina fotografica, i paesaggi e anche gli umori e i sentimenti degli uomini che abitano quella terra del Sud che solo gli stranieri riescono ad apprezzare in un modo speciale, scavando nella storia e cercando le testimonianze che si possono ancora cogliere, incontrando gli uomini che vi risiedono e parlando con loro. La scena dell'incontro tra il tedesco e il calabrese, ci riporta a più di mezzo secolo addietro e fa da prologo all'ultimo romanzo di Carmine Abate, " Tra due mari " (editore Mondadori, pagine 197, euro 14,60), una lunga e appassionata narrazione che coinvolge tre generazioni e si svolge tra Amburgo e Roccalba, un paesino che lo scrittore calabro-albanese, originario di Carfizzi, situa tra lo Ionio e il Tirreno, nel punto in cui la Calabria è più stretta e si possono ammirare i due mari. Lì, nelle campagne di Roccalba, si trova il Fondaco di Fico, un luogo dove sorgeva un'antica locanda che aveva ospitato pure Alexandre Dumas, insieme a due compagni di viaggio. Lo scrittore francese al Fondaco del Fico aveva dimenticato il suo taccuino con gli appunti di viaggio e, i Bellusci, quel libricino con la copertina di pelle, lo avevano conservato dentro uno scrigno e tenuto in serbo come un tesoro. Il Fondaco del Fico è il sogno di una vita di Giorgio Bellusci, è il traguardo di un'esistenza che si sbroglia come una matassa, ma che di tanto in tanto si riavvolge e bisogna srotolare di nuovo, con ostinazione e caparbietà. La testardaggine del calabrese Giorgio Bellusci, sconfigge ogni avversità, supera ogni ostacolo, a costo di sacrifici enormi, di sopportare dolori e lottare contro ogni malvagità. Sullo sfondo del sogno di far risorgere il Fondaco del Fico, i personaggi del romanzo, vivono amori, passioni, tragedie e violenze, legate dal filo di una narrazione polifonica, a più voci, che fa rivivere il meglio di una letteratura meridionale; che non è niente affatto minore e che, anzi, da tempo sonnecchiava, dopo gli ultimi romanzi di Saverio Strati. Carmine Abate, con questo nuovo romanzo, che segue il successo ottenuto con " La moto di Scanderbeg ", si consacra scrittore di razza e trova giusto riconoscimento alla sua capacità di raccontare con un linguaggio ricco di colore e di suoni, di accento fortemente mediterraneo. Soprattutto dall'estero, da Francia e Germania, giungono i segni di forte apprezzamento, da Paesi dove la critica riesce a cogliere un attimo prima e forse più di un attimo, la potenza espressiva di narratori capaci di recuperare memorie storiche, di inventare personaggi fondamentali per capire un'epoca e interpretare i motivi antichi e nuovi della crisi e della suggestione del Meridione d'Italia. " Tra due mari " si conclude in maniera tragica, con la morte per assassinio dei due personaggi chiave della vicenda narrata da Abate, il tedesco e il calabrese che si incontrano dopo mezzo secolo e rivivono i loro sogni, anzi li realizzano, perché la locanda a Fondaco del Fico risorge contro tutto e tutti. Contro ogni avversità naturale e contro la mafia, che appare per impedire che le speranze si accendono, che gli uomini possano essere liberi. Bellusci lotta contro tutto questo e per difendersi uccide e quel delitto commesso resta come una macchia indelebile sulla sua coscienza, fino agli ultimi istanti della sua vita, quando muore sotto i colpi di un sicario. Però ha già passato il testimone a Florian, il nipote, figlio di sua figlia, che in Germania aveva sposato il figlio del fotografo tedesco. Florian decide che le sue radici sono in Calabria e non ad Amburgo dove pure è cresciuto. Sarà lui a far rivivere Fondaco del Fico. La testardaggine del nonno vince e vince la fatica di Carmine Abate, lo scrittore che da giovane è emigrato in Germania e che ora, tornato in Italia, si propone come uno dei narratori più interessanti della sua generazione. |