La Provincia Cosentina 27
settembre 2004
Carmine Abate superpremiato con “La
festa del ritorno”
di Nicola Bavasso
Lo scrittore di Carfizzi si aggiudica i premi Selezione
Campiello, Napoli e Corrado Alvaro
Settembre carico di premi e di trepidazioni per il maggiore scrittore
arbėresh Carmine Abate. Il suo romanzo La festa del ritorno, edito per i
tipi della Mondadori, ha ottenuto una straordinaria tripletta di premi. Lo
scorso 18 settembre nel corso di una manifestazione al teatro la Fenice di
Venezia presentata da Bruno Vespa e trasmessa da Rai Uno, al romanziere di
Carfizzi č stato consegnato il Premio Selezione Campiello.
La festa del ritorno ha catturato il primo posto della giuria tecnica
presieduta da Lina Wertmuller e composta da autorevoli letterati, si č
piazzato al terzo posto in quella dei lettori, dopo Mastrocola e Arslan e
prima di Guarnieri e Bevilacqua.
In concomitanza č giunta la gradita notizia che il romanzo di Abate si č
classificato al primo posto anche al Premio Napoli con ben 367 voti, anche
se poi il premio monetario, č andato al secondo classificato Gian Mario
Villalta che ha ottenuto 247 voti, mentre terzo č risultato Valerio Magrelli.
Abate avrebbe voluto presenziare ad entrambe le cerimonie ma la simultaneitą
delle stesse gli ha impedito di raggiungere la Campania. Comunque il
narratore di Carfizzi aveva gią reso omaggio al Premio Napoli, partecipando
dal 15 al 17 settembre a una serie di dibattiti, manifestazioni e incontri
con i Comitati di lettura.
La terza palma della vittoria gli verrą consacrata domani pomeriggio a San
Luca dove lo scrittore arbėresh ritirerą per la sezione narrativa il
prestigioso Premio Corrado Alvaro, presieduto dal prof. Aldo Maria Morace.
Con La festa del ritorno Abate conferma gli alti risultati raggiunti in
passato, accreditandosi come uno degli scrittori pił originali e completi
dell’attuale panorama letterario italiano. Una affermazione che non arriva
inaspettatamente, ma suffragata da importanti successi ottenuti con i
romanzi precedenti tradotti in diverse lingue ed apprezzati in molti Paesi
del Vecchio Continente. Emblematico č lo “strillo” di copertina di Vincenzo
Consolo che definisce Carmine Abate “Uno scrittore che si distingue per
visione civile del mondo, impegno della memoria e originalitą di scrittura”.
La festa del ritorno č ambientata a Carfizzi che č Hora, la cittą
protagonista in tutti i romanzi di Abate e narra la storia di un padre e un
figlio. Il primo segnato da una vita di emigrazione e duro lavoro, il
secondo dalle laceranti partenze di un genitore e dalla spasmodica attesa
del suo ritorno. Sullo sfondo, il misterioso e suggestivo segreto legato
all’amore che si dipana tra le righe per risolversi solo al termine della
storia, con un compimento del tutto inatteso.
Col suo nuovo romanzo Carmine Abate parla di contrasti e contrapposizioni:
la Francia dove si trova lavoro e il paese dove restano le radici, l’etą
adulta del padre e l’incanto dell’infanzia del figlio, la lingua italiana
con la quale si scrive e quella arbėreshe e calabrese con cui si parla
creando un intarsio di parole e ritmi plurilinguistici. La fatica di
crescere, lo strazio degli addii reiterati e sempre dolorosi, i paesaggi
vividi ed esuberanti danno corpo a un romanzo di formazione che č anche un
affresco sulle ingiustizie di una societą che obbliga a espatriare, nonché
una storia d’amore: “Un racconto mosso, commosso e sempre vivo” (Corriere
della Sera). Dopo aver raccolto entusiasmanti recensioni dalla stampa
nazionale, il libro in pochi mesi č giunto alla sua terza edizione
consacrandosi come uno dei migliori romanzi della narrativa italiana.
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