"LA FESTA DEL RITORNO"
tra i finalisti del "Premio Campiello"

 ARABBA (BELLUNO), 5 GIUGNO 2004 - La Giuria dei Letterati presieduta da Lina Wertmuller ha scelto oggi i cinque autori finalisti del Premio Campiello. Carmine Abate ha ottenuto il maggior numero di voti. Un bel riscatto per Abate che lo scorso hanno ha sfiorato la finale del prestigioso premio. Il 18 settembre 2004 il verdetto finale della nuova giuria popolare di 300 lettori. Oltre alla "Festa del Ritorno" di Carmine Abate, a contendersi il Premio saranno i romanzi di Antonia Arslan 'La masseria delle allodole' (Rizzoli); Alberto Bevilacqua 'La Pasqua rossa' (Einaudi); Luigi Guarnieri 'La doppia vita di Vermeer' (Mondadori); Paola Mastrocola 'Una barca nel bosco' (Guanda). 

PREMIO CAMPIELLO: CARMINE ABATE PRIMO IN CINQUINA VERSO SUPERCAMPIELLO CON ARSLAN, BEVILACQUA, GUARNIERI E MASTROCOLA

(ANSA) - ARABBA (BELLUNO), 5 GIU - Un padre emigrante e un figlio che cresce, nello spaesamento e nella rabbia per la sua assenza, in una piccola comunità italo-albanese in Calabria: è la storia che Carmine Abate racconta in «La festa del ritorno» (Mondadori), promosso oggi alla prima votazione della Giuria dei Letterati nella Cinquina del Premio Campiello.
Al cinquantenne autore di Carfizzi, lui stesso proveniente dunque da una comunità italo-albanese, è andato l’onore di entrare subito (con sette voti su dieci giurati) tra i cinque finalisti che ora passeranno al vaglio della giuria popolare dei 300 lettori, che decreterà il 18 settembre il vincitore del Supercampiello.
La cerimonia per la proclamazione del vincitore assoluto è fissata come di consueto a Venezia, ma per l’appuntamento odierno gli Industriali Veneti, promotori del Premio, si sono affidati ai soci bellunesi e alla splendida cornice montana di Arabba, quella che l’Agordino regala a 1600 metri di quota a chi ha la tenacia di giungere fin qui.
Una minoranza etnica che condivide la difficile vita del Sud, dunque, al centro del primo romanzo finalista. Ma c’è un popolo, segnato da una tragica memoria come quello armeno, anche nel secondo libro passato al primo turno, «La Masseria delle Allodole» di Antonia Arslan (Rizzoli). Un popolo «mite e fantasticante» ma straziato dalla storia, sul quale l’autrice - già docente universitaria di letteratura italiana - ha scritto il suo primo romanzo perchè, dopo aver riscoperto la propria inespressa identità armena, non ha potuto farne a meno.
Oltre che su questi primi due nomi, i consensi della Giuria dei Letterati si sono aggregati in una seconda votazione - travagliata da qualche incertezza nel conteggio dei voti - su «Una barca nel bosco» di Paola Mastrocola (Guanda), «La Pasqua Rossa» di Alberto Bevilacqua (Einaudi) e «La doppia vita di Vermeer» di Luigi Guarnieri (Mondadori).
Esclusi dalla cinquina sono rimasti molti altri autori (ben 90 i partecipanti)alcuni dei quali evidenziati nei loro primi interventi dai giurati e in particolare da Lorenzo Mondo nel suo excursus introduttivo sull’ultima annata letteraria: un’annata caratterizzata «da un impetuoso ritorno del racconto storico - ha detto -, con lo sguardo rivolto in particolare al passato recente e l’intento di leggere il nostro tempo». Ma anche dal perdurare dell’attenzione alle identità locali e regionali, senza trascurare la vena comica che anima alcuni autori e le promettenti esordienti - ha rilevato - Vanessa Ambrosecchio e Valeria Parrella, alla quale è andata la prima edizione del Premio Opera prima per «Mosca più balena» (Minimun fax).
«Potremmo parlare di un’ Italia vista nel retrovisore», ha sintetizzato da parte sua Beppe Severgnini, ricordando anche i titoli sul terrorismo (Doninelli) e il ricorrere di «tantissime infanzie». Al tavolo della giuria, con la presidenza un po’ confusionaria di Lina Wertmuller, anche da Paola Bianchi De Vecchi, Domenico De Masi, Guido Gentili, Elena Loewenthal, Tim 
Parks, Antonio Puri Purini e Folco Quilici.

FINALISTI DEL CAMPIELLO. IN CORSA CARMINE ABATE
(La Repubblica)

 Belluno. La giuria dei letterati del Premio Campiello, completamente rinnovata, tra le polemiche, lo scorso febbraio, ha scelto, sotto le Dolomiti bellunesi, la cinquina dei titoli finalisti. Il vincitore verrà proclamato a Venezia il 18 settembre prossimo, al Teatro La Fenice.....
.....Quanto agli autori finalisti, Carmine Abate, con La festa del ritorno, Mondadori, ha ottenuto il maggior numero di consensi (7 voti su 10 giurati) alla prima votazione. Sei voti, invece, a Antonia Arslan con La masseria delle allodole, Rizzoli. Una seconda votazione è stata necessaria per la scelta di Paola Mastrocola Con Una barca nel bosco, Guanda (7 voti), Luigi Guarnieri con La doppia vita di Vermeer, Mondadori (5 voti) e Alberto Bevilacqua, con La Pasqua Rossa, Einaudi.....
......A guidare la cinquina del Campiello il libro di Carmine Abate, 50 anni, originario di una comunità italo-albanese della Calabria, emigrato da giovane in Germania. E' la storia narrata a due voci, di un padre e di un figlio. Il padre racconta la sua vita di emigrante, sospesa tra partenze e ritorni. Il figlio racconta il suo spaesamento e la sua rabbia nei periodi senza il padre, ma anche l'incanto dell'infanzia, immersa in un paesaggio esuberante. Romanzo di formazione, storia d'amore, atto di denuncia verso le condizioni di vita che spingono all'emigrazione. Documento su una storia che ha riguardato tanti italiani. Sulla nostalgia. La fatica di crescere. Il senso della vita. Carlo Brambilla (La Repubblica)