Mangialibri - Dicembre 2015 La
felicità dell'attesa Quando nel 1903
Carmine Leto decide di lasciare Hora e la sua famiglia per andare a
cercare fortuna nella Merica Bona, si imbarca insieme alla giovane
vedova Varipapa e ai suoi due figli. La traversata è dura, scuote
gli animi e gli stomaci, strappa i legami con la terra di origine e
porta verso una lotteria nella quale se estraggono il tuo numero,
possono rimandarti indietro sconfitto e umiliato. Può accadere se
sei malato, o se non hai abbastanza soldi per sopravvivere qualche
giorno: Carmine lo sa bene. Durante la traversata prende sotto la
sua ala Andrea, il maggiore dei figli della vedova, condivide con
lui il pane, i salami, i formaggi di casa e, quando il ragazzino
viene rapinato a un giorno dall’arrivo in porto, condivide con lui i
suoi risparmi per consentirgli di entrare alla Merica. Carmine
tornerà in Italia due volte, la prima col biglietto pagato per
combattere nella Prima Guerra mondiale per una patria che non lo
aveva rifiutato, la seconda per investire a Hora i frutti delle sue
fatiche, ma il suo gesto di generosità sulla nave è la deflagrazione
che dà il via a una serie di eventi che coinvolgeranno tre
generazioni di Leto. Andy Varipapa diventerà un leggendario campione
di bowling, aiuterà Jon Leto - il figlio di Carmine e di Shelley, la
sua sposa di colore diventata Scilla, una perfetta donna di Hora -
quando questi approda in America in cerca dei micidianti del padre
che vi hanno trovato rifugio. Andy farà da paraninfo alla storia
d’amore tra Jon e una certa bellissima, sensuale, tormentata Norma
Jeane, gli offrirà lavoro e lo consolerà per le molte perdite che
affliggeranno la sua vita. La colonna delle perdite si popola in
fretta nella vita di Jon, perde prima suo padre, poi il suo grande
amore, poi suo fratello Leonardo, sopravvissuto alla Seconda Guerra
mondiale per finire ucciso da una miniera di zolfo e dalla sua
ostinazione a rimanere in Italia; perderà, fino a qualche giorno
prima della sua morte, la sua adorata sorellina Franceschina
emigrata in Australia; perderà, infine, la figlia Lina a causa di un
antico rancore. Ma anche nei momenti di maggior sofferenza Jon
rimane un uomo di una forza sovrumana, con un carattere granitico,
speranze inscalfibili e una fede nella possibilità per gli eventi di
volgere al meglio, incrollabile. |