devilishly stylish (blog) - 19/10/2015
La felicità dell'attesa Non avevo mai letto
nulla di quest'autore, e ringrazio molto Mondadori per la
possibilità di scoprirlo, e di apprezzarlo. Esplorerà l'America
al seguito di Andy (che lo prende sotto la sua ala per riconoscenza,
memore dell'aiuto offertogli da Carmine quando era solo un bambino),
dopo essersi invaghito di una Norma Jeane non ancora diventata
Marilyn Monroe e di cui penserà che è "così bella che pare
un'attrice". Chiusa questa
brevissima parentesi, il romanzo di Abate oltre a trasportarci in un
mondo diverso grazie ai costanti riferimenti storico-culturali, ci
fa anche respirare un'aria differente: dai profumi del paese di Hora
agli odori delle strade di Brooklyn. E che dire dei rumori, dei
canti, del suono singolare di una lingua quasi scomparsa come
arbëresh? Mi è piaciuto moltissimo il capitolo 49, del quale è protagonista Andy Varipapa: legato alla famiglia Leto da un gesto gentile compiuto da Carmine nel 1903, la sua storia si intreccia a più riprese a quella di Carmine prima e di Jon dopo. Una sorta di personaggio-spalla ricorrente, che ho trovato estremamente frizzante e spigliato, e che mi è piaciuto molto. Ho apprezzato molto
anche l'aspetto vagamente "giallo" del romanzo, con questi
fantomatici assassini da trovare, e con la morte di Carmine Leto da
vendicare. Le saghe famigliari
mi hanno sempre affascinata, da quella classica per l'infanzia di
"Piccole donne" a "Strade di polvere" di Rosetta Loy, ed è in questo
gruppo di libri amati, letti e riletti a distanza di anni che voglio
inserire questa lettura. Consigliato a chi ama le saghe famigliari, ma anche a chi ama leggere delle piccole e grandi realtà del nostro Paese e a chi, a differenza mia (ma rimedierò!), ha già avuto modo di apprezzare la splendida prosa di Carmine Abate. |