Il nomadismo di
Carmine
di Gianfranco Benincasa
La
biblioteca civica di Bolzano ha ospitato la prima tappa di un viaggio, lungo
un mese, nella nuova letteratura italiana. quattro autori contemporanei
visiteranno le principali biblioteche provinciali per promuovere la lettura:
in particolare tra i giovani. ad aprire il ciclo degli incontri, voluto
dall’assessorato alla cultura, è stato lo scrittore Carmine Abate.
Nato a Carfizzi, un paesino d’origine albanese in Calabria, emigrato in
Germania alla ricerca di lavoro, Abate nei suoi libri, in particolare nel bel
romanzo “La moto di Scanderbeg” (Fazi Editore), descrive in maniera
esemplare il distacco dalla terra d’origine e l’incontro con altre
persone ed altre culture. Una separazione vissuta non in maniera traumatica
ma come arricchimento.
Per lui come, ha scritto il Messaggero, “la questione dell’identità non
è occasione do rimpianto per le radici lontane, né costituisce una palude
intimistica in cui affogare nella depressione e nel rancore per un mondo che
non comprende e non sa capire”. Carmine Abate, al contrario, è attirato
dal nomadismo e dal groviglio antropologico. Proprio per questo ha deciso di
intitolare il suo ciclo di conferenze “Il viaggio per costrizione: verso la
letteratura multiculturale”. Perché “perfetto è quell’uomo per cui
l’intero mondo è un paese straniero”.
Abate si occupa proprio degli scrittori stranieri, dei nuovi autori che
vivono in casa nostra e che scrivono in una lingua diversa dalla loro lingua
madre (pensiamo ad esempio all’iracheno Younis Tawfik e al suo romanzo
“La straniera”). Grazie a loro, negli ultimi anni, è nata una nuova
narrativa basata sulla contaminazione tra generi e idiomi diversi ma
soprattutto densa d’emozioni, di sentimenti, umori e inquietudini.
Una tendenza che qualche critico ha già definito salvifica anche per la
narrativa italiana ormai a corto di idee. Già il fatto che questi scrittori
ci raccontino il mondo in maniera diversa da come lo vediamo noi è singolare
e stimolante, in più c’è questo forte, intenso, desiderio di
comunicazione che ci parla di un Italia in cui l’influenza
dell’immigrazione, volenti o nolenti, è molto forte. Così forte che
interagisce anche con una lingua che noi parliamo tutti i santi giorni. Una
lingua che ha le sue radici nei tanti dialetti. per rimanere in campo
letterario pensiamo, ad esempio, a Camalleri ed ai suoi personaggi che si
esprimono in siciliano stretto. Emigrazione ed immigrazione, lingue
imprestate, d’origine o acquisite, identità e ricerca di se stessi. Sono
questi i temi cari a Carmine Abate, scrittore nomade che parla tre lingue e
crede nella contaminazione culturale. I suoi, naturalmente, non sono gli
unici appuntamenti di questo viaggio nella nuova letteratura italiana. Gli
altri incontri avranno come protagonisti Alessandro Tamburini, Duccio
Canestrini e Giacomo Sartori. Di tutti avremo modo di parlare.
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