Alto Adige
5 Aprile 2002
ABATE
"TRA DUE MONDI"
Reduce
dal Salone di Parigi, diviso tra il quotidiano e il successo
di Sandra Mattei
Reduce dal Salone del Libro di Parigi,
Carmine Abate ha deciso ora di incontrare la "sua" gente e stasera
presenterà a Besenello la sua ultima creazione letteraria "Tra due
mari", il libro pubblicato da Mondadori che sta andando a gonfie vele.
L'appuntamento è per stasera 5 aprile alle ore 20.30, nell'aula magna della
scuola elementare del paese. Presenterà l'incontro il giornalista Alberto
Faustini ed alla serata partecipano con canti e letture Giacomo Anderle,
Camilla Vico e il loro gruppo teatrale "Finisterrae Teatri". Il
romanzo narra la storia, attraverso la voce di un bambino, Florian Heumann,
del nonno Giorgio Bellusci e del suo sogno: ricostruire il Fondaco del Fico,
una locanda di Roccalba dove si erano fermati, un giorno d'ottobre del 1835,
tre viaggiatori di cui uno era Alexandre Dumas, e il cane Milord.di Sandra
Mattei A distanza di poco più di un mese dall'uscita in libreria, "Tra
i due mari", l'ultimo romanzo di Carmine Abate, scrittore che ha
assorbito la cultura arbresch in Calabria e quella nordica (emigrando in
Germania), è già esaurito. Mentre la Mondadori ha già provveduto alla
seconda ristampa, lo scrittore che ha scelto come terra d'adozione il
Trentino (vive a Besenello), sta assaporando questo fortunato momento della
sua carriera letteraria. Non solo la soddisfazione per i risultati di vendita
in libreria, ma soprattutto quella di aver rappresentato l'Italia insieme ai
massimi rappresentanti della nostra cultura all'appena concluso salone del
Libro a Parigi. Ne abbiamo parlato con lo scrittore.
Il Salone del Libro, un'esperienza che l'ha inserita nel Gotha degli
scrittori italiani. Come l'ha vissuta?
L'ho vissuta come un'esperienza estremamente positiva e stimolante. Oltre a
una vera immersione in un mare di lettori e critici francesi molto
competenti, ho avuto modo di rivedere e parlare con Tabucchi, De Luca, De
Mauro, Sinibaldi, Sartori, per citarne solo alcuni, ho conosciuto grandi
poeti come Mario Luzi e giovani scrittori come Marcello Fois e Bruno Arpaia.
Per non parlare di tutto il team della mia casa editrice francese, la Seuil,
che mi ha riservato un'accoglienza affettuosa. Ho ascoltato tutti con grande
attenzione e credo di essermene ritornato a casa culturalmente arricchito.
Il Salone è stata l'occasione per parlare del suo libro, ma anche per
farsi conoscere al grande pubblico attraverso recensioni sui principali
giornali francesi. Quale delle due esperienze ha apprezzato di più?
A dire il vero ho parlato di due libri: de "Il Ballo tondo", già
tradotto in francese, e di "Tra due mari", il romanzo uscito nelle
scorse settimane da Mondadori. Le recensioni da "Le Monde" a
"Le nouvel Observateur" sono state entusiastiche, ma ho anche
apprezzato l'interesse del pubblico in occasione degli incontri cui ho
partecipato. In entrambi i casi è nato un feeling che lascia ben sperare
anche per il futuro, visto che la Seuil pubblicherà a scadenza annuale gli
altri miei libri. Del resto, il contatto, il confronto culturale stanno alla
base della mia narrativa.
La manifestazione francese è stata accompagnata da polemiche (vedi
contestazioni a Sgarbi), ma anche da una promozione nei confronti della
letteratura italiana senza precedenti (vedi risultati delle vendite). Alla
fine la cultura ha prevalso?
Sì, è successo ciò che tutti ci auguravamo: la cultura ha prevalso sulle
risse politiche e strumentali, sulla violenza verbale di certi
"politici". E' stato un sollievo, per gli scrittori e per l'enorme
pubblico dei lettori, quando finalmente si è parlato di libri e dell'Italia,
ma attraverso i libri. Il successo di vendita dei libri è stata una delle
più vistose conseguenze e ha coinvolto tutti gli autori presenti. L'ho
potuto constatare personalmente: le copie di "Tra due mari" si sono
esaurite in due giorni.
Ha avuto l'occasione di confrontarsi con gli altri scrittori italiani (da
Eco a Tabucchi, da Luzi a Ammanniti) invitati sulle polemiche?
Ho avuto l'occasione di confrontarmi sia con Eco che con Tabucchi, ma abbiamo
parlato d'altro. Ed è questo l'aspetto più interessante dell'avventura al
Salone del Libro. Che le polemiche sono rimbalzate via, senza travolgere
l'aspetto centrale dell'iniziativa, che era quello di parlare di libri e di
letteratura.
E di questo allora parliamo: trovarsi a presentare i propri libri insieme
a scrittori come Eco e Dacia Maraini vuole dire aver raggiunto il massimo che
uno scrittore possa aspettarsi?
Con tutto il rispetto per Eco e la Maraini, per me il massimo che uno
scrittore possa aspettarsi è che un suo libro, riletto a distanza di anni,
procuri lo stesso piacere, le stesse emozioni. Insomma, che un libro non
muoia, come oggi succede sempre più spesso, nell'arco di una "stagione
letteraria".Che cosa ha colpito di più del suo libro il pubblico
francese, e le recensioni che ha avuto?Scoprire, attraverso un romanzo,
un'Italia sconosciuta e soprattutto ha colpito il modo con cui viene narrato
questo mondo: con ironia e tenerezza, con aspro realismo e poesia. Così
almeno è stato scritto. E mi ha fatto piacere, perché anch'io, come
lettore, amo la letteratura emotiva, fatta di potenza più che di testa, a
tavolino, insomma la letteratura impregnata di vita.
Come continua adesso la sua vita a Besenello dopo questa esperienza?
Non ho mica vinto il premio Nobel. Dunque continuo la mia vita di prima. Vivo
come sempre tra famiglia, lavoro e scrittura. Aspetto un'immagine efficace
che mi conduca a nuove storie da raccontare. Consapevole, come ha scritto
Antonio Franchini in un bellissimo libro che ho appena finito di leggere, che
"bisognerebbe scrivere proprio quando non se ne può fare a meno, a
costo di aspettare questo momento tutta la vita".Dopo "La moto di
Scanderbeg" e "Il ballo tondo", un altro grande romanzo dello
scrittore che vive a Besenello - Carmine Abate - un libro appassionato, ricco
di materia, di odori, di suoni, ricco della vita, dei suoi silenzi e delle
sue urla, delle sue pause e della sua bruciante urgenza.
Ecco le recensioni dei principali quotidiani italiani sull'ultimo libro di
Carmine Abate:
Con "Tra due mari" Abate ci dà il suo romanzo più complesso e
maturo. Un romanzo al tempo stesso mosso e sospeso; insieme d'avventura e
poesia". Ermanno Paccagnini, Corriere della sera."Questo
affascinante romanzo, complesso nella dinamica e nello sviluppo dei
sentimenti, si regge sulla scrittura di Carmine Abate, secca quanto basta,
impastata con il sole e con l'arsura della sua terra". Fulvio Panzeri,
Avvenire."Un romanzo che si raccomanda di leggere. Perché in queste
pagine scritte con impeto e con una gioia viscerale di raccontare, la storia
testata, l'immaginazione narrativa, i ricordi di famiglia e i paesaggi
interiori si incrociano, si confondono l'uno nell'altro. Ed è, in un
romanzo, una gran cosa". Mario Santagostini, Il Giornale."Un
romanzo che vince nelle sue intenzioni di parabola dei grandi sogni
dell'uomo, e sa recuperare con estrema partecipazione la necessità sempre
più impellente delle tradizioni, in una sorta di realismo magico".
Sergio Pent, La Stampa.
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